giovedì 1 marzo 2012

venerdì, 19 ottobre 2007 - Il buchetto diventa sempre più piccolo..! + Il Giardino Zen di Fata



venerdì, 19 ottobre 2007


Il buchetto diventa sempre più piccolo..!
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ParolaDiBirilloPAROLA DI BIRILLO
 
Finalmente a casa la tensione è diminuita.
Domenica mamma era così preoccupata per la cricetina che quando abbiamo fatto il giretto percepivo tesa lei ed ero teso anch’io. Uffa! Così non mi sono goduto appieno la promenade in p.za S.Magno e da lì al Parco Castello.
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Al parco poi ho sentito subito dei tamburi e mi sono avvicinato, ma era un bluf! Non era la solita band che suona benissimissimo! Erano solo due ragazzi e suonavano senza ritmo e senza forza: scommetto che persino mamma avrebbe fatto meglio!
Così ho continuato il mio percorso facendo un semicerchio e tornando subitissimo sull’acciottolato: vale la pena di stare colle zampe sull’erba per dei tamburi ben suonati, ma così…
(Capite perché mi hanno soprannominato “milord”…)
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Per fortuna c’era un bel gruppo di oche nel laghetto e anche fuori, tutto intorno: divertente osservarle.
Questa volta erano tutte insieme e non m’è toccato rincorrerne nemmeno una. Lo scorso autunno invece… uffa… quanto lavoro! Un’oca di qua, un’anatra di là… non si può mica stare così!!! Un cane da conduzione del gregge come me si sente male a vedere un gruppo così “sgruppato”!!! E allora quella volta m’è toccato rincorrerle e farle volare verso il laghetto dove c’erano le altre. Allora sì che andava bene. Ma che fatica, ragazzi!!! M’è toccato di lavorare e nemmeno mi hanno pagato!!! Neanche un wurstel lo scorso autunno!!!
Domenica invece erano tutte raggruppate. Bene. Molto bene!
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Non ci siamo fermati molto al parco: giusto il giro, la zampettata nel ruscelletto, la raccolta della pigna gigante che mi porto sempre fuori dal parco e via… per una rapida merenda in p.za S.Magno e poi verso casa.
E qui, poco distante da casa ho trovato uno dei pochi cani che non mi sono antipatici: Chicco, un barboncino bianco. E con lui – sorpresa! – Chicca! Una barboncina bianca che non conoscevo! Simpatica. Molto più di Chicco, devo dire.
Mamma l’aveva conosciuta un paio di giorni prima ed è stata lei a farmi notare che era una Chicca (e non un Chicco). Io…ehmmm… ho qualche difficoltà a capirlo…
Anzi ho qualche difficoltà a capire se si tratta di un cane oppure no, dice mamma.
Per esempio: i cani mi sono antipatici. Tutti. Ne ho paura e ne sono geloso. Punto.
Però i Chicco sono dei cani? Sono bianchi come le pecore. Hanno il pelo lunghetto e ricciolino come le pecore. Camminano saltellando come le pecore. Boh… mamma sostiene che sono cani, ma non ne sono poi così sicuro, io…
E gli shitzu? Il primo che ho conosciuto era grande come persianotto Matisse. Bianco e nero uguale uguale a persianotto Matisse. Col faccino schiacciato come Matisse. Col pelo lungo come Matisse (era stato tosato, sostiene mamma), morbido come Matisse, profumato come Matisse. E che mamma non venga a dirmi che gli schitzu non sono gatti persiani!!! Persino gli altri schitzu che ho conosciuto sono uguali uguali a persianina Camillina: tutti bianchi, stesso musetto, stesso pelo. Quindi mamma si sbaglia: non sono cani! Sono GATTI e gatti persiani!
E i chihuahua: non ditemi che non sono “topi”!!!
E quindi i Chicco in genere, i chihuahua e gli schitzu essendo “pecore”, “topi” e “gatti” mi sono simpatici. Punto.
Gli altri… dipende… se non sono proprio “cani”… magari…

Beh, vi dicevo prima che a casa si sta meglio.
La criceta respira ancora male, ma forse se la sta cavando (ieri sera mamma le ha dato i fiori delle cime di rapa, che le piacciono tanto, e anche un pezzetto di biscotto equosolidale al cocco che a vederlo sembrava un pasticcino).
Le micie Camilla e Pichi hanno smesso di fare la cacca molle: sono guarite.
Micina Fata tiene il pannolino, non supera la barriera architettonica che ha costruito mamma per non farla scendere dalle scale di giorno, quando gioca con le mie pigne non me le distrugge e le rimette a posto e – soprattutto – mi lascia sempre un po’ della sua Tinshemal per me nel piattino!!!

In compenso Matisse starnutisce: ha imparato che quando non si è in forma ci si accoccola addosso a mamma, sopra mamma sul divano.
Ieri sera anche Miù starnutiva. E gli piangeva un occhietto. Addosso a mamma anche lui.
Anche a me è venuto da starnutire: volevo stare anch’io addosso a mamma. Sopra mamma. Nel mio “buchetto” sul divano.
E’ che… uffa! Ma quanto era affollato ‘sto divano ieri sera!!! Avevo un “buchetto” piccolo piccolo in cui infilarmi. E scomodo, metà sopra mamma, una zampa sul peluche, un gomito sul persianotto Matisse…
E il problema è che ho sentito starnutire anche persianina Camilla: se viene anche lei sul divano addosso a mamma come facciamo??? In un buchetto ancora più piccolo come faccio a starci???!!!
E poi… uno più uno più uno… se non metto a dieta la mamma… ma reggerà il divano???!!!
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Il Giardino Zen di Fata

ParolaDiMammaPAROLA DI MAMMA
 
Quest’anno, impacchettando gli oggetti per la pesca di beneficenza della mia parrocchia ho scoperto il Giardino Zen. Pare che sia molto di moda tra i dirigenti e sia anche piuttosto costoso. Una scatoletta, un sacchetto con sabbia e dei sassolini, un rastrello.
Utilità: tenerlo sulla scrivania e rilassarsi rastrellando di quando in quando i sassolini…zen-mini-giardino.jpg
(La foto a destra è tratta da vero84.wordpress.com/2007/03/09/)
A parte l’idea-business che mi è venuta di vendere a carissimo prezzo scatolette di cartone di recupero con i sassi del mio giardino (costo di produzione: zero)… tanto funzionano lo stesso…
A parte questo, mi è venuto un atroce dubbio: ma… se le nostre aziende sono gestite e capitanate da dirigenti che per non schiattare di ulcera e infarto si mettono a “pettinare i sassi”… mmmh…
E pensare che i nostri nonni – che hanno costruito l’Italia – ci esortavano a non star mica lì a “pettinare le bambole”… mmmh…
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Fata 28ago2007Beh, Fata ieri ha scoperto anche lei il suo Giardino Zen!
Come rastrello le affilatissime unghiette della mano destra.
Come sassi i sassolini di zeolite.
Come scatoletta… la lettiera.
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Un’ora! Un’ora intera ha dedicato ieri sera la mia Fatina a questo nuovo passatempo antistress. La sabbietta ben livellata, disegna la mezzaluna a righine verso destra, sovrappone una striscia di righine verticale, poi ancora a destra, poi più in alto, poi rilivella la superficie e ricomincia una nuova decorazione creativa…
Dopo un’ora Fata – la nostra giovane manager – era rilassatissima.
Dopo aver dato un’occhiata al pavimento cosparso di sabbietta… io rilassatissima lo ero di meno… molto di meno…
Si vede che non sono una manager…




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