Il buchetto diventa sempre più
piccolo..!
.
PAROLA DI BIRILLO
Finalmente
a casa la tensione è diminuita.
Domenica mamma era
così preoccupata per la cricetina che quando abbiamo fatto il giretto percepivo
tesa lei ed ero teso anch’io. Uffa! Così non mi sono goduto appieno la promenade
in p.za S.Magno e da lì al Parco Castello.
.(foto
del Parco Castello tratta da http://www.portalealtomilanese.it/altomilanese/informazioni/analisi/ambiente/parchi.asp?area=a2&sezione=ambiente&pag=parchi&nome=legnano)
.
Al parco poi ho
sentito subito dei tamburi e mi sono avvicinato, ma era un bluf! Non era la
solita band che suona benissimissimo! Erano solo due ragazzi e suonavano senza
ritmo e senza forza: scommetto che persino mamma avrebbe fatto
meglio!
Così ho continuato
il mio percorso facendo un semicerchio e tornando subitissimo sull’acciottolato:
vale la pena di stare colle zampe sull’erba per dei tamburi ben suonati, ma
così…
(Capite perché mi
hanno soprannominato “milord”…)
.
Per fortuna c’era
un bel gruppo di oche nel laghetto e anche fuori, tutto intorno: divertente
osservarle.
Questa volta erano
tutte insieme e non m’è toccato rincorrerne nemmeno una. Lo scorso autunno
invece… uffa… quanto lavoro! Un’oca di qua, un’anatra di là… non si può mica
stare così!!! Un cane da conduzione del gregge come me si sente male a vedere un
gruppo così “sgruppato”!!! E allora quella volta m’è toccato rincorrerle e farle
volare verso il laghetto dove c’erano le altre. Allora sì che andava bene. Ma
che fatica, ragazzi!!! M’è toccato di lavorare e nemmeno mi hanno pagato!!!
Neanche un wurstel lo scorso autunno!!!
Domenica invece
erano tutte raggruppate. Bene. Molto bene!
.
Non ci siamo
fermati molto al parco: giusto il giro, la zampettata nel ruscelletto, la
raccolta della pigna gigante che mi porto sempre fuori dal parco e via… per una
rapida merenda in p.za S.Magno e poi verso
casa.
E qui, poco
distante da casa ho trovato uno dei pochi cani che non mi sono antipatici:
Chicco, un barboncino bianco. E con lui – sorpresa! – Chicca! Una barboncina
bianca che non conoscevo! Simpatica. Molto più di Chicco, devo dire.
Mamma l’aveva
conosciuta un paio di giorni prima ed è stata lei a farmi notare che era una
Chicca (e non un Chicco). Io…ehmmm… ho qualche difficoltà a
capirlo…
Anzi ho qualche
difficoltà a capire se si tratta di un cane oppure no, dice
mamma.
Per esempio: i cani
mi sono antipatici. Tutti. Ne ho paura e ne sono geloso.
Punto.
Però i Chicco sono
dei cani? Sono bianchi come le pecore. Hanno il pelo lunghetto e ricciolino come
le pecore. Camminano saltellando come le pecore. Boh… mamma sostiene che sono
cani, ma non ne sono poi così sicuro, io…
E gli shitzu? Il
primo che ho conosciuto era grande come persianotto Matisse. Bianco e nero
uguale uguale a persianotto Matisse. Col faccino schiacciato come Matisse. Col
pelo lungo come Matisse (era stato tosato, sostiene mamma), morbido come
Matisse, profumato come Matisse. E che mamma non venga a dirmi che gli schitzu
non sono gatti persiani!!! Persino gli altri schitzu che ho conosciuto sono
uguali uguali a persianina Camillina: tutti bianchi, stesso musetto, stesso
pelo. Quindi mamma si sbaglia: non sono cani! Sono GATTI e gatti
persiani!
E i chihuahua: non
ditemi che non sono “topi”!!!
E quindi i Chicco
in genere, i chihuahua e gli schitzu essendo “pecore”, “topi” e “gatti” mi sono
simpatici. Punto.
Gli altri… dipende…
se non sono proprio “cani”… magari…
Beh, vi dicevo
prima che a casa si sta meglio.
La criceta respira
ancora male, ma forse se la sta cavando (ieri sera mamma le ha dato i fiori
delle cime di rapa, che le piacciono tanto, e anche un pezzetto di biscotto
equosolidale al cocco che a vederlo sembrava un
pasticcino).
Le micie Camilla e
Pichi hanno smesso di fare la cacca molle: sono
guarite.
Micina Fata tiene
il pannolino, non supera la barriera architettonica che ha costruito mamma per
non farla scendere dalle scale di giorno, quando gioca con le mie pigne non me
le distrugge e le rimette a posto e – soprattutto – mi lascia sempre un po’
della sua Tinshemal per me nel piattino!!!
In compenso Matisse
starnutisce: ha imparato che quando non si è in forma ci si accoccola addosso a
mamma, sopra mamma sul divano.
Ieri sera anche Miù
starnutiva. E gli piangeva un occhietto. Addosso a mamma anche
lui.
Anche a me è venuto
da starnutire: volevo stare anch’io addosso a mamma. Sopra mamma. Nel mio
“buchetto” sul divano.
E’ che… uffa! Ma
quanto era affollato ‘sto divano ieri sera!!! Avevo un “buchetto” piccolo
piccolo in cui infilarmi. E scomodo, metà sopra mamma, una zampa sul peluche, un
gomito sul persianotto Matisse…
E il problema è che
ho sentito starnutire anche persianina Camilla: se viene anche lei sul divano
addosso a mamma come facciamo??? In un buchetto ancora più piccolo come faccio a
starci???!!!
E poi… uno più uno
più uno… se non metto a dieta la mamma… ma reggerà il
divano???!!!
.
Il Giardino Zen di
Fata
PAROLA DI MAMMA
Quest’anno,
impacchettando gli oggetti per la pesca di beneficenza della mia parrocchia ho
scoperto il Giardino Zen. Pare che sia molto di moda tra i dirigenti e sia anche
piuttosto costoso. Una scatoletta, un sacchetto con sabbia e dei sassolini, un
rastrello.
(La foto a
destra è tratta da vero84.wordpress.com/ 2007/03/09/)
A parte l’idea-business che mi è venuta di
vendere a carissimo prezzo scatolette di cartone di recupero con i sassi del mio
giardino (costo di produzione: zero)… tanto funzionano lo stesso…
A parte questo, mi è venuto un atroce dubbio:
ma… se le nostre aziende sono gestite e capitanate da dirigenti che per non
schiattare di ulcera e infarto si mettono a “pettinare i sassi”…
mmmh…
E pensare che i nostri nonni – che hanno
costruito l’Italia – ci esortavano a non star mica lì a “pettinare le bambole”…
mmmh…
.
Beh, Fata
ieri ha scoperto anche lei il suo Giardino Zen!
Come rastrello le affilatissime unghiette
della mano destra.
Come sassi i sassolini di
zeolite.
Come scatoletta… la
lettiera.
.
Un’ora! Un’ora intera ha dedicato ieri sera
la mia Fatina a questo nuovo passatempo antistress. La sabbietta ben livellata,
disegna la mezzaluna a righine verso destra, sovrappone una striscia di righine
verticale, poi ancora a destra, poi più in alto, poi rilivella la superficie e
ricomincia una nuova decorazione creativa…
Dopo un’ora Fata – la nostra giovane manager
– era rilassatissima.
Dopo aver dato un’occhiata al pavimento
cosparso di sabbietta… io rilassatissima lo ero di meno… molto di
meno…
Si vede che non sono una
manager…
scritto da: amicidigreta alle ore 12:46 | link | commenti
categorie: diario, birillo cagnolino festaiolo, fata gatta2zampe
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